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Buoni propositi (parte seconda)

Buongiorno a tutti e bentornati su Rose Gazette!

Allora come è cominciato questo 2019? Io faccio parte del club che ha già infranto tutti (o quasi) i buoni propositi per il nuovo anno. Se è più per pigrizia o codardia non lo so, fatto sta che la mia vita continua a non piacermi, fingo di non sapere cosa voglio e cosa non voglio ma la verità è che quello che desidero realmente mi spaventa a tal punto che preferisco rifugiarmi nella confusione. Ma così proprio non va.

Quando ho aperto questo blog e anche quando ho cominciato a trascorrere più tempo creando contenuti per Instagram, non l’ho fatto con l’obiettivo di condividere immagini e sentimenti di una vita che non mi appartiene ma, anzi, che fosse il più fedele possibile alla mia persona. Per cui credo che non ci si debba vergognare a condividere neanche i momenti di sconforto, le insoddisfazioni, che sono forse più comuni di quanto gli innumerevoli scatti che consultiamo ogni giorno possano indurci a credere.

Io ho 27 anni. Ho sognato di diventare una grande giornalista e studiato giorno e notte perché questo sogno diventasse realtà. Credo in me. Ma, la grinta e gli ideali con cui affronto questo lavoro, le soddisfazioni che ho provato e perfino la mia grande determinazione non sono ancora sufficienti a garantirmi alcuna prospettiva di crescita o di un futuro professionale dignitoso.

Da mesi ormai provo ad immaginare per me una vita diversa, un lavoro diverso, mai troppo lontano da ciò che sono, ma comunque diverso. E ho finito per mentire a me stessa e alle persone che più mi stanno a cuore. Io vivo per scrivere e scrivo per vivere. E questa è un’assoluta certezza. Altre risposte, almeno al momento, non ne ho. Giovedì parteciperò ad un concorso di cui non mi interessa un fico secco (con la speranza neanche tanto inconscia di non passare allo step successivo) e poi tornerò a casa per continuare ad arrovellarmi su come far coincidere quel sogno di bambina con la mia vita di adulta.

Questo è il mio presente. E il vostro?

C’è qualcuno tra chi mi legge che si mai trovato a questo bivio? Come lo avete affrontato? Sarei felice di conoscere alcune delle vostre risposte a queste domande.

Vi abbraccio, a presto

Rosa

Umberto Eco, a due anni dalla morte

Due anni fa, il 20 febbraio 2016, l’Italia perdeva Umberto Eco: uno degli ultimi grandi intellettuali ereditati dal Novecento. Lo voglio ricordare attraverso le parole della mia recensione di Numero Zero, l’ultimo dei suoi bellissimi libri che ho avuto l’onore di leggere. La scrissi per una delle testate che nei miei anni di formazione mi ha dato la possibilità di “farmi le ossa”. Daringtodo ha chiuso da qualche tempo e i miei tanti articoli sono purtroppo introvabili in rete. L’anniversario della morte di Umberto Eco mi offre un motivo in più per riproporvelo. E non posso non farvi notare quanto attuali siano purtroppo le sue osservazioni nel bel mezzo di una delle campagne elettorali più meschine e prive di contenuto che si ricordi. Buona lettura!

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