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Il tramonto della democrazia: un saggio per sopravvivere alle elezioni

Stiamo per scoprire i risultati delle Elezioni Comunali 2021 e se c’è un libro che consiglio a tutti di leggere, per orientarsi in questo scenario politico, così rapidamente mutevole e il più delle volte desolante, è Il tramonto della democrazia di Anne Applebaum.

Applebaum è una giornalista, una storica e una saggista americana naturalizzata polacca, vincitrice del prestigioso premio Pulitzer nel 2004 per il saggio Gulag: Storia dei campi di concentramento sovietici

Nel suo ultimo saggio parte da un episodio di vita privata per allargare lo sguardo a ciò che è diventata la Polonia, sua terra d’adozione dopo il matrimonio con il politico Radoslaw Sikorski. 

La giornalista ripercorre la storia di questo paese e le scelte politiche che ne hanno favorito la deriva autoritaria. Attraverso una serie di esempi appropriati e un’analisi lucida e articolata sulle strategie utilizzate, Applebaum fa il giro dell’Europa, concentrandosi in particolare sull’Ungheria di Viktor Orban e sul governo inglese di Boris Johnson. Ovviamente ce n’è anche per l’America di Donald J.Trump.

Quello che teorizza è che presto il destino di questi popoli potrebbe toccare a noi. Che le nostre democrazie sono fragili non solo a causa del popolo bue alla ricerca di un capitano da cui farsi guidare ma soprattutto delle mosse di quella classe di politici e intellettuali (scrittori, giornalisti, diplomatici) che lei definisce “chierici”. Costoro, spesso carichi di risentimento nei confronti di una classe politica da cui non si sentono né rappresentati né valorizzati, finiscono per sostenere governi autoritari che gli garantirebbero posizioni migliori chiedendo in cambio una cieca fiducia.

Vi invito a farvi guidare dalle sue riflessioni per provare ad individuare anche nella nostra società i semi di quell’autoritarismo verso il quale, stando a quanto la storia ci insegna, saremmo tutti predestinati. Preziosi i suoi approfondimenti sull’uso delle fake news di cui si nutrono questi moderni regimi e sul nostro ruolo decisivo, che non dovremmo abdicare poiché sfiduciati dal presente. 

Sul finale la giornalista si concede un’appassionata chiamata alle armi, un appello a tutti coloro che hanno voglia di approfondire, di non lasciarsi abbindolare dalla propaganda strombazzante, all’onestà intellettuale di coloro che sanno ma fingono di non sapere. Il suo libro è vera una bussola in tempi così confusi e scoraggianti. Da non perdere. 

La signora delle camelie

“Io credo che non si possano creare personaggi se non quando si sono studiati a fondo gli uomini, come non si può parlare una lingua che a patto di averla imparata sul serio”

Alexander Dumas

Di ritorno dalle vacanze estive l’insegnante di Latino ci chiese: “Cosa avete letto in questi mesi?”

“La signora delle camelie”, risposi di getto, senza celare l’entusiasmo.

“Qualcosa di meno licenzioso?”.

La professoressa definì licenzioso, con tono sprezzante, quello che era stato il mio primo incontro con l’amore. L’estate in cui ammirai il fascino di Margherita Gautier e sognai di essere amata con lo stesso ardore che consumava Armando. Volevo scrivere come Dumas, suscitare quelle stesse emozioni in chiunque si trovasse tra le mani un mio scritto. Ma cosa ne poteva sapere quella gretta della professoressa?

I MIEI LIBRI PREFERITI NEL 2019

Cari amici lettori,

non posso concludere l’anno senza condividere con voi anche i libri che hanno accompagnato le mie giornate in questo tormentato 2019. Ne ho letti 54, questi sono quelli che ho preferito.

Come per i film, comincio con due classici che ho letto per la prima volta, diversi tra loro ma caratterizzati ancora oggi da una sorprendente originalità. Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez mi ha colpito per il lessico festoso, elegante e un tono dolente ma anche divertito e dissacrante. A sangue freddo di Truman Capote. Una vera goduria. Una storia potente, una voce inconfondibile e irripetibile.

Uno spazio privilegiato occupa sempre nella mia libreria il racconto di formazione. Quest’anno lo hanno riempito due romanzi portentosi, Via Gemito di Domenico Starnone (qui il link del video in cui ne parlo più approfonditamente) e La Bastarda della Carolina di Dorothy Allison (anche per questo trovate qui maggiori dettagli). Indimenticabili. 

Con il gruppo di libroterapia di cui ho la fortuna di far parte ho avuto la gioia di condividere le emozioni scatenate da quattro libri in particolare tra i tanti proposti, letti e commentati insieme. I miei piccoli dispiaceri è il romanzo attraverso il quale ho scoperto la bravissima scrittrice canadese Toews. Storia di due sorelle e di un grande amore per la vita. Toccante, ricco, intelligente, mai melenso. Un amore di carta di Jean-Paul Didierlaurent è il libro che ogni romantico dovrebbe avere nella propria libreria. Se avete voglia di leggerezza è il caso che leggiate Marie aspetta Marie di Madeleine Bourdouxhe. Se invece vi sentite pronti ad affrontare una storia dalle tinte forti allora non potete che volare su L’isola delle anime di Johanna Holmström. In assoluto una delle letture più straordinarie dell’anno.

La mia passione per le biografie e quella per il cinema sono state soddisfatte da un testo non recente ma non per questo superato. Mi ultimo suspiro di Luis Buñuel è l’occasione per tuffarsi non solo nella cinematografia di uno dei cineasti più rivoluzionari del secolo scorso ma anche in un pezzo di storia costellato di gustose curiosità su vari esponenti della cultura e dell’arte del Novecento. 

Tra i saggi La rivolta del corpo della psicologa svizzera Alice Miller (qui maggiori informazioni), un classico della letteratura per l’infanzia come la Grammatica della Fantasia di Gianni Rodari che tutti i genitori e gli educatori dovrebbero leggere per aiutare i propri bambini a crescere allenandosi alla conoscenza e Il cervello è più grande del cielo del neurochirurgo Giulio Maira attraverso il quale ho compiuto un viaggio pieno di fascino all’interno del cervello umano del quale ancora oggi conosciamo solo il 10% delle facoltà. 

Tra le novità letterarie ho adorato il coraggio di Anna Burns che con Milkman si è aggiudicata il Man Booker Prize 2018 (di cui ho scritto qui) e Patria di Fernando Aramburu (di cui pure vi avevo già accennato qui). 

Mi soffermo invece un po’ di più su The Apology di Eve Ensler che è stata la lettura più emozionante e sconvolgente del mio 2019. Se ne è parlato e scritto un po’ troppo poco. Ma credo che questa lettera di scuse che la scrittrice dei Monologhi della Vagina immagina di ricevere dal padre che l’ha violentata sia il manifesto più potente dei nostri tempi, della violenza delle nostre relazioni famigliari e del desiderio di essere amati, quello che accomuna tutti.

Direi che per il 2019 è andata più che bene, per il 2020 dovrò necessariamente provvedere all’acquisto di nuove mensole per tutti i libri che non sono riuscita a resistere alla tentazione di comprare. Fatemi sapere quali sono i libri che avete amato voi e quali consigliate. Auguro a tutti un 2020 ricco di letture entusiasmanti.