Solare, garbato, affascinante: Gael García Bernal, 38, è un attore irresistibile. Da non perdere, Coco, l’ultimo gioiellino dell Disney Pixar, di cui è protagonista in qualità di doppiatore e cantante. Il protagonista è Miguel, un bimbo di 12 anni che sogna di diventare un grande musicista. Una passione che lo condurrà fino all’aldilà dove avrà modo di conoscere i suoi avi, tra cui Hector (il personaggio di Gael), un uomo che sembra essere stato dimenticato da tutti dopo aver anteposto le sue ambizioni all’amore per la famiglia. Un film che farà impazzire tutti i bambini del mondo, compresi i figli di Bernal, Lazaro, di 8 anni, e Libertad, di 6.
Come mai ha scelto di partecipare ad un film della Pixar?
Adoro Coco. È come se il film fosse stato realizzato da messicani. È un meraviglioso omaggio alla nostra cultura e alle nostre tradizioni. Voglio dedicarlo a tutti i bambini messicani che stanno crescendo in un’epoca di paura in cui veniamo etichettati come narcotrafficanti, stupratori e assassini.
Sono le parole del Presidente Donald J. Trump.
Le trovo profondamente denigranti. Spesso perdo la speranza. Trump mente quotidianamente, dice cose orribili e non c’è mai un moto di ribellione. Io lo ignoro, è talmente stupido che temo possa contagiarmi. Dovremmo fare come Coco, non temere di dimostrare ciò che siamo davvero.
L’anno scorso il TIME magazine l’ha inserita nella lista delle 100 persone più influenti del pianeta.
Guardi non riesco a convincere neanche mia figlia a mangiare un pomodoro. Quale influenza crede che possa davvero avere sul destino del mondo? Mi piacerebbe cambiarlo ma temo che ci vorrà molto tempo prima di riuscire ad estirpare odio e pregiudizi.
Lei è un attore molto amato, e non solo in Messico. Come sceglie i film da interpretare?
Puro istinto. Non esiste una formula vincente. I miei film che hanno avuto più successo sono quelli su cui non avrebbe mai scommesso nessuno, come Amores Perros o No – I giorni dell’arcobaleno.
Originariamente pubblicato sul settimanale Tu Style