Il suo fascino latino è intramontabile. A 56 anni Antonio Banderas è ancora considerato una delle icone del cinema ispanico e un insostituibile sex symbol. Dopo un inizio di carriera folgorante con il maestro Pedro Almodóvar, si lancia alla conquista di Hollywood dove realizza due dei suoi film più amati: Desperado di Robert Rodriguez e La maschera di Zorro.
Se al cinema si dimostra uno spirito indomito, mantiene la massima discrezione sulla sua vita privata. A qualche anno dal divorzio con Melanie Griffith, la compagna di una vita dalla quale ha avuto la figlia Stella, fa coppia fissa con la consulente finanziaria Nicole Kimpel, 37 anni. I due arrivano mano nella mano all’Ischia Global Fest dove Banderas è ospite in questi giorni in occasione dell’anteprima italiana di Black Butterfly, thriller dal finale sorprendente che lo vede protagonista insieme all’attore irlandese Jonathan Rhys Meyers. Da giovedì 13 luglio anche nelle nostre sale.
Nel film interpreta Paul Lopez, uno scrittore in crisi creativa. Le è mai capitato di bloccarsi in egual misura?
Qualche volta, nel cinema come nella vita. Ci vuole pazienza e tanta fiducia in se stessi per risalire la china. Non bisogna soffermarsi troppo sulle cose negative ma cercare di trovare una prospettiva diversa da cui valutarle.
È quello che le è capitato dopo il divorzio?
No, non direi. Io e Melanie abbiamo divorziato in maniera molto elegante sia pubblicamente che privatamente, mostrando grande rispetto l’uno per l’altra, per la nostra famiglia e i nostri amici. Ci sentiamo quasi tutti i giorni, parliamo tanto. La amo ancora moltissimo e l’amerò per sempre.
Custodisce gelosamente la propria privacy. È la strategia che ha adottato per sopravvivere in una giungla come Hollywood?
Io e Melanie non siamo mai stati degli amanti della vita mondana. Eravamo piuttosto concentrati sulla nostra famiglia. Quindi credo che ad un certo punto i paparazzi si siano stufati di starci alle calcagna. Non abbiamo avuto bisogno di scandali per sopravvivere. Condividiamo un rigetto per quel tipo di strategia mediatica.
Chi è la prima persona che chiama quando deve festeggiare una bella notizia?
Mio fratello, è il mio migliore amico. Sia estremamente legati, gli racconto di tutto che sia una buona o una cattiva notizia.
Presto la vedremo al cinema in un film biografico sulla vita di Andrea Bocelli. Ci racconta il suo ruolo?
Nel film La musica del silenzio di Michael Redford (in uscita il 18 settembre, n.d.r.) interpreto un insegnante di canto di Andrea Bocelli. Adoro la musica ma ciò che mi ha colpito di più è osservare la preparazione che si cela dietro un album, una singola performance. Ho ammirato la disciplina di Andrea e i suoi sacrifici. Ma ho anche avuto la conferma che la fortuna dipende spesso dall’incontro con le persone giuste nel momento giusto.
Poi sarà la volta di Ferruccio Lamborghini.
Sì e non vedo l’ora di leggere la nuova sceneggiatura per quel film. Sarà l’occasione per conoscere la persona dietro il mito. Avrò il piacere di lavorare con Alec Baldwin che interpreta Enzo Ferrari e con Monica Bellucci, un’attrice che rispetto e amo da sempre ma che non ho mai avuto la fortuna di conoscere.
Ha ancora qualche sogno nel cassetto?
Guardi io sono un uomo fortunato. La mia è l’età dei bilanci. Se ripenso ai miei 104 film sono una carrellata di volti e di persone che hanno attraversato la mia vita, generi sempre diversi tra loro, dai sei film con Almodovar ai musical di Broadway passando per l’animazione. Posso dirmi davvero soddisfatto.
Un rimpianto?
Se avessi scelto i miei film in base alle aspettative altrui forse avrei avuto una carriera migliore. Ma io me ne sono sempre fregato. Recito perché amo questo mestiere. La vita è breve e io sceglierò le storie che desidero veramente raccontare fino a che avrò respiro.
Originariamente pubblicato su Amica.it