È la perfetta incarnazione della ragazza della porta accanto Lily James, l’attrice britannica divenuta famosa grazie al ruolo di Cenerentola nell’ultima versione cinematografica della favola di Walt Disney. La intervisto in un lounge bar di Toronto, si siede a cavalcioni e la nostra prende subito la forma di una chiacchierata tra amiche: di fronte ho una giovane donna solare, cordiale e disinvolta.
In tv ha interpretato prima la scapestrata Lady Rose Macclare in Downton Abbey e poi la fragile Natasha Rostova in Guerra e pace. Con loro la James, 28 anni compiuti, mi dice di avere poco in comune fatta eccezione per il romanticismo. Da tre anni è fidanzata con il collega Matt Smith (Doctor Who) che insieme a mamma Linette è il suo punto di riferimento quando è lontana dal set.
Lo scorso anno è stata anche il volto delle fragranze My Burberry in una campagna pubblicitaria globale che l’ha vista protagonista insieme alle colleghe Cara Delevigne e Kate Moss. Un’operazione commerciale che è servita a rivelare al pubblico anche il suo lato più sexy. In questi giorni la troviamo nelle sale americane con Baby Driver – Il genio della fuga, la nuova action comedy esilarante e adrenalinica di Edgar Wright che arriverà da noi il 7 settembre.
Viene spesso scelta per interpretare delle eroine della letteratura. Solo un caso?
«Non credo. Sono una grande appassionata di storia, una materia che amo sin dai tempi della scuola sebbene non sia mai stata una studentessa diligente ma piuttosto ribelle. È stato un privilegio interpretare dei personaggi così profondi e complicati, delle donne brillanti e allo stesso tempo imperfette. Ho imparato tanto da loro. Sono diventata un essere umano più forte».
Che cosa vi accomuna?
«Sono una romanticona. Mi innamoro con una certa facilità ed è forse per questo che ho preso sempre delle grandi batoste (ride, n.d.r.). Credo che i registi che mi hanno scelto finora lo abbiano intuito».
In Baby Driver la sua Deborah fa girare la testa a Ansel Elgort, la star di Colpa delle stelle. Che rapporto hanno i protagonisti?
«Deborah e Baby sono come due anime perdute, la loro chimica è istantanea. Sono fatti l’uno per l’altra: amano la musica, le auto da corsa e sono due sognatori. Tenteranno la fuga insieme».
Lei che rapporto ha con il suo compagno?
«Indescrivibile. È la prima persona che chiamo quando c’è da festeggiare. Conviviamo ormai da tre anni anche se non è facile gestire i tanti impegni, in particolare quando sono lontana da casa diversi mesi a causa delle riprese. Anche in questo sono fortunata. Facendo il mio stesso lavoro è più facile per lui comprendere i miei ritmi e non sono costretta a subire scenate di gelosia».
Neanche nel caso della campagna My Burberry? Quei suoi scatti osé hanno stupito persino i suoi fan…
«È vero. Le donne che ho interpretato finora sono pudiche, talvolta timide. Io, al contrario sono una persona molto aperta per cui mi sono sentita di rivelare al pubblico una parte di me realmente esistente. La persona che ho davvero stupito è mia nonna. Mi ha fatto molto ridere la sua espressione dinanzi ai grandi schermi di Piccadilly Square che trasmettevano lo spot. Mi ha detto ‘Lily sei bellissima ma mi sarebbe piaciuto che fossi un pochino più coperta’».
Che rapporto ha con il suo corpo?
«Purtroppo noi donne siamo un po’ tutte vittime dei canoni di bellezza che il mondo contemporaneo ci impone. Siamo schiave di un ideale di perfezione impossibile da raggiungere. Ci sono ovviamente parti del mio corpo che non mi fanno impazzire ma ho imparato a conviverci e non costituiscono un problema».
Le piace riguardare le sue performance?
«La prima volta che l’ho fatto mi sono odiata. Con il tempo mi sono abituata e riesco ad essere più indulgente e generosa nei miei confronti. Negli ultimi tempi l’ho fatto più spesso perché mi aiuta a capire se sto andando nel verso giusto, se ho lavorato bene e ho ottenuto ciò che mi ero prefissata all’inizio delle riprese. Lo ritengo formativo».
Quando è nata la sua passione per la recitazione?
«Sono stata attratta dall’arte fin da bambina, mi divertiva tutto: recitare, cantare, ballare. Adoravo mettermi in mostra, recitare poesie. Mio padre mi riprendeva ad ogni occasione».
Ha un modello di riferimento?
«Sicuramente Michelle Williams, la mia attrice preferita. Mi piace perché è il mio esatto opposto, rigorosa e avvolta nel mistero».
Quanto è stata determinante la sua famiglia nelle sue scelte professionali?
«Mi sono fatta da sola. All’inizio della mia carriera non sapevo neanche quale sarebbe stato il ruolo del mio manager. L’evento che più di tutto ha inciso è stata la morte di mio padre. Avevo 19 anni e mi ha cambiato la vita. Credo che mi ci vorrà l’intera esistenza per elaborare questo lutto».
C’è una persona in particolare a cui chiede consiglio?
«Mi consulto sempre con mia madre perché è onesta e attenta nei confronti delle mie opportunità di lavoro però alla fine sono sempre io a decidere anche se non ho molto polso e mi faccio consumare dalle indecisioni. Pensi che ero lì per lì per comprare il mio primo appartamento, ho pagato il deposito e poi ho perso i soldi perché mi è sembrata una responsabilità troppo grande».
Che cosa le piace fare nel tempo libero?
«Principalmente andare in vacanza con le mie amiche e il mio fidanzato. E mi piace moltissimo andare al cinema. Mi piacciono le cose semplici. Passeggiare per Londra, andare a cena e rilassarmi allontanandomi da qualsiasi fonte di pressione. Se non riesco a dedicarmi alla mia famiglia divento facilmente irritabile».
Come si regola invece con i social media?
«Mi piace essere reperibile per i miei fan ma non amo dare in pasto la mia vita privata. Instagram ad esempio è un modo per arrivare ad un gran numero di persone e pubblicizzare il mio lavoro. Bisogna fare in modo che diventi uno spazio di positività e di amore e non spazio di odio, altrimenti rischia di diventare uno strumenti pericoloso».
Originariamente pubblicata sulla copertina del settimanale Tu Style