“Ama e fatti amare”, è questo il motto di Nicholas Hoult. L’ex baby star di About a boy è cresciuta. A 26 anni l’attore britannico è un uomo in carriera, ambizioso e appassionato. Archiviata la lunga love story con Jennifer Lawrence del suo privato non è dato sapere. Al momento Nicholas è concentrato sulla sua vita professionale. Si gode il successo di Mad Max: Fury Road (vincitore di sei premi Oscar) e torna al cinema con Equals (dal 4 agosto).
Lui e Kristen Stewart sono protagonisti di una storia d’amore shakespeariana ambientata in un universo distopico dove le emozioni e i sentimenti sono messi al bando. Lo incontriamo al Giffoni Film Festival: 190cm di altezza, fisico slanciato e occhi di ghiaccio. Ai fan più giovani, che lo hanno apprezzato nei panni dello zombie di Warm Bodies e de La Bestia di X-Men, si concede con generosità ed entusiasmo.
Non prima di visitare la Costiera amalfitana: “Sono colpito dalla bellezza e dalla natura incontaminata di questi posti. John Steinbeck disse di aver avuto più paura delle curve di Positano che del campo di battaglia. All’inizio ero preoccupato poi mi sono dato ai corsi di cucina. D’altronde qui le persone sono così cordiali e accoglienti!”.
Decisamente un altro mondo rispetto a quello senza emozioni di Equals…
Riesce ad immaginare che sensazione terribile? Come vivere perennemente uno di quei momenti in cui, nonostante malumori e dispiaceri, scegliamo di indossare una maschera per nascondere il nostro stato d’animo agli altri. Capita a tutti.
Lei è molto geloso della sua privacy. Quanto influisce l’intrusione mediatica sul suo umore?
Sono convinto che sia meglio che le persone conoscano meno dettagli possibili della vita di un artista per non essere condizionati nel loro giudizio. Credo che sia fondamentale rimanere se stessi, sempre. La popolarità mi ha insegnato solo ad essere più attento, più saggio, a riconoscere più facilmente le persone sincere da quelle in malafede. Il che non è sempre positivo perché ci rende chiusi e diffidenti.
Qual è stato il suo primo incontro con la recitazione?
Avevo tre anni, è capitato per caso. Ero a teatro con mia madre e un regista notò la mia grande capacità di concentrazione. Da bambino la consideravo un hobby, così come per altri lo era lo sport. Oggi invece la recitazione mi ispira nella vita di tutti i giorni, risveglia i miei sentimenti e ne accresce l’intensità. Quasi tutti i personaggi che ho interpretato mi hanno aiutato motivato ad aprire la mente e a rivedere le mie posizioni su qualsiasi argomento.
Il successo precoce non è un rischio?
I primi anni della mia carriera mi hanno riservato solo belle sorprese. Sono stato fortunato. Ho incontrato tantissime persone diverse che mi hanno aiutato a crescere. Ho viaggiato tanto. Tornavo a scuola ogni volta che finivo di girare un film. Era come avere una vita divisa in due. Non mi sono mai allontanato completamente dalla vita reale e questo è stato un bene.
Quand’è che si sente orgoglioso di sé?
Ad essere onesto non è una sensazione che provo spesso. Sono insicuro. Non mi piace quasi mai ciò che faccio, ho sempre qualcosa da recriminarmi, ma ci sono momenti speciali. I più belli sono quelli in cui riesco a lasciarmi completamente andare nella recitazione senza riuscire a ritrovarmi neanche a fine riprese.
Quali sono i suoi punti di riferimento?
In quella privata mio padre è sicuramente una figura insostituibile. Nell’ambito professionale sono innamorato di Jim Carrey. È il protagonista di due dei miei film preferiti, Se mi lasci ti cancello e The Mask. Lo trovo divertente, spassoso e impressionante per il modo in cui è in grado di gestire le proprie espressioni.
Com’è stato lavorare con Kristen Stewart?
Kristen è una professionista seria, intelligente e determinata. Dividere il set con lei è stato un vero piacere. Equals è un film strano perché sono vietate le emozioni. Un concetto piuttosto difficile da elaborare per un attore, il nostro è un mestiere che si nutre di sentimenti. All’inizio eravamo in difficoltà, è stata l’improvvisazione a salvarci. Il contributo di Kristen è stato essenziale, si è dedicata moltissimo, ha scritto dialoghi, poesie. Il cinema è un lavoro di squadra ed è indispensabile confrontarsi con persone capaci di offrire nuovi stimoli. Lei, come Charlize Theron (con cui ha recitato in Mad Max: Fury Road, ndr) è sicuramente una di queste.
E le nuove tecnologie che input le danno?
Il loro vantaggio è che riescono a velocizzare tutto. Temo però che le nostre giornate siano più occupate dalla tecnologia che dal contatto umano e che questo impedisca talvolta i rapporti veri. Io faccio parte dell’ultima generazione che ha ricevuto un cellulare in età adulta. Spesso sarebbe utile mettere da parte gli smartphone per capirci ed osservarci di più.
Da inglese non posso non chiederle cosa ne pensa della Brexit.
Il risultato del referendum mi ha sconvolto. Trovo vergognose le barriere che stiamo innalzando verso gli stranieri. E’ un vero peccato. Mi piace essere europeo. Oggi la paura sta dividendo le persone e il mondo sta diventando un posto sempre più piccolo. Il 2016 è un anno un po’ strano e spero che magari le cose si metteranno a posto da sole.
Presto la vedremo nei panni dello scrittore J.D.Salinger. Cosa ha provato ad interpretare lo scrittore di un romanzo iconico come Il giovane Holden?
Sono un amante della letteratura ed è stato un onore interpretare uno dei miei autori preferiti. Salinger era un avanguardista, un uomo appassionato e ribelle. Era insofferente rispetto al mondo che lo circondava e trovava fasullo il modo in cui la gente descriveva la guerra, un periodo della vita che lo aveva profondamente turbato. La sua biografia è avvolta da un velo di mistero che mi ha affascinato. È stato triste dirgli addio durante gli ultimi giorni di riprese.
Quali sono i suoi sogni nel cassetto?
Ho un’interminabile lista di registi con i quali mi piacerebbe lavorare, su tutti Martin Scorsese, Quentin Tarantino e il regista di Animal Kingdom David Michôd.
Se potesse cambierebbe qualcosa in questo momento della sua vita?
Niente affatto. Sono dove vorrei essere. Ho tutto ciò che desidero.
Originariamente pubblicato sul settimanale Tu Style.