A breve nelle nostre sale Escobar con Benicio del Toro nei panni del re del narcotraffico ma è sul piccolo schermo che, da Gomorra a Narcos, il racconto del crimine fa la differenza. Potete continuare a disquisire all’infinito sui cattivi esempi, gli eroi del male e il rischio di emulazione. In tv, al cinema e ora anche sul web, i criminali continuano ad esercitare un fascino ineguagliabile sugli spettatori di ogni età, genere o estrazione sociale e culturale.
La tradizione cinematografica è antichissima. Da Scarface (nella versione di Howard Hawks prima e in quella di Brian De Palma poi) a Il Padrino di Francis Ford Coppola i criminali si sono imposti nell’immaginario collettivo come figure mitiche e leggendarie.
L’Italia, spesso terra di origine di queste storie di potere, ha sempre avuto un ruolo privilegiato nella rappresentazione di vite devote alla violenza e della sempiterna lotta tra gli uomini di giustizia e la criminalità organizzata.
Se negli anni Ottanta abbiamo contribuito al genere attraverso La Piovra (interminabile serie in onda su Rai1) e Il Camorrista di Giuseppe Tornatore, successivamente le produzioni italiane legate al filone criminale si sono arenate, finendo vittime degli stessi stereotipi da loro creati.
Dopo anni di mediocri sceneggiati Mediaset è arrivato il riscatto: con Gomorra – La serie, in onda dal 2014 su Sky, siamo tornati ad ostentare le nostre potenzialità narrative e la nostra (approfondita) conoscenza delle dinamiche criminali.
Anche negli States (dove la serie ideata da Roberto Saviano è stata acquisita dalla HBO) gli sceneggiatori sono tornati all’attacco. Questa volta sfruttando il fenomeno del narcotraffico e, in particolare, le storie dei principali cartelli della droga che da anni influenzano l’economia mondiale.
Tra tante spicca senza dubbia la figura di Pablo Escobar, che dalla metà degli anni Settanta e alla sua uccisione nel 1993, fece impazzire la DEA diventando uno dei criminali più ricchi della storia.
“L’Elvis Presley del narcotraffico”, l’ha definito l’attore Pedro Pascal che in Narcos, la serie che Netflix ha dedicato al dio della droga, interpreta l’agente Javier Peña. La prima stagione (da cardiopalma) dello show che ha appassionato milioni di spettatori in tutto il mondo raccontando l’ascesa criminale di Escobar sarà seguita da un secondo e ultimo ciclo di episodi (in rete dal 2 settembre).
Cavalcando l’onda di entusiasmo, USA Network ha deciso di puntare quindi su Queen of the South, il remake della telenovela in lingua spagnola La Reina del Sur, vagamente ispirata alla storia della baronessa del narcotraffico Marllory Chacon Rossell. Non è ancora ai livelli di Narcos ma avrà tempo e modo di farci accanire puntata dopo puntata.
Come si difende il cinema? Da quando Walter White di Breaking Bad ha fatto la sua comparsa sugli schermi televisivi nel 2008 la settima arte non è mai riuscita a reggere il confronto con la caratura di un personaggio così iconico e irriverente.
Dal 25 agosto la Good Films offrirà questa opportunità a Escobar [Paradise Lost], con Benicio del Toro nei panni dello stesso Escobar. Il film racconta l’incubo vissuto da un giovane canadese che, innamoratosi della nipote del narcotrafficante colombiano, è costretto ad assistere inerme alle sue nefandezze.
Prima di un suo eventuale coinvolgimento personale nelle attività del crimine Nick (Josh Hutcherson) decide di darsi alla fuga, inseguito dai pericolosi scagnozzi del boss.
Scoprire che la storia è un frutto di fantasia e non ha collegamenti con la realtà se non per la convincente interpretazione di Del Toro del noto criminale delegittima non poco l’opera prima di Andrea Di Stefano.
Inoltre, nonostante la bravura mostruosa del divo hollywoodiano dopo i primi dieci episodi di Narcos si fatica a togliersi dagli occhi i vezzi, le espressioni e i moti dell’anima dell’Escobar incarnato alla perfezione dall’attore brasiliano Wagner Moura.
Per un’ulteriore evoluzione del genere attendiamo con ansia ZeroZeroZero, il secondo best-seller di Roberto Saviano sul traffico internazionale di cocaina, che Sky ha deciso di trasporre sul piccolo schermo. Tanti cattivi maestri all’orizzonte che non vediamo l’ora di conoscere!
Pubblicato originariamente su GQ Italia