Claudia Pandolfi torna con Romanzo Siciliano: «Prima allatto, poi lavoro»

Dopo il successo di È arrivata la felicità, Claudia Pandolfi torna in tv con Romanzo Siciliano, la nuova fiction di Canale 5 in onda dal 16 maggio. Come molte delle donne da lei interpretate, al cinema e in tv, l’attrice romana è dolce e premurosa ma anche spontanea e socievole nonostante la nota riservatezza. L’abbiamo intervistata partendo da Emma La Torre, la paladina della giustizia protagonista di Romanzo Siciliano, per ripercorrere la sua carriera, dal ruolo di esordio in Le amiche del cuore di Michele Placido alla dolcissima Alice Solari di Un medico in famiglia.

Guardandola il tempo non sembra mai passato ma smessi i panni della “fidanzatina d’Italia” Claudia Pandolfi si è trasformata in una donna più matura e consapevole, senza cambiare la propria priorità che, oggi come allora, rimane la sua famiglia. Non a caso risponde alle nostre domande mentre è intenta ad allattare il secondogenito Tito.

Chi interpreta in Romanzo Siciliano?

«Sono il procuratore Emma La Torre, una donna impegnata nella lotta contro la mafia che sarà costretta a scontrarsi con il colonnello Sergio Spada interpretato da Fabrizio Bentivoglio. Dapprima avranno un rapporto abbastanza conflittuale, poi si alleeranno per catturare un noto latitante».

Vi siete ispirati a degli episodi di cronaca?

«Sicuramente è una fiction molto realistica ma non abbiamo attinto da nessun episodio in particolare. Rabbrividisco quando leggo le parole di chi sostiene che la mafia sia un problema minore. Ritengo la lotta alla criminalità una priorità assoluta e rispetto moltissimo chi è impegnato a combatterla e chi ne è rimasto vittima».

Le fa paura questa priorità?

«Cerco di non farmi spaventare mantenendo gli occhi aperti, di informarmi il più possibile e non giungere a conclusioni sommarie. Non amo vivere con la paura nel cuore, non ci riesco, è più forte di me».

Aveva già interpretato il ruolo del commissario Giulia Corsi in Distretto di Polizia. Non aveva paura di ripetersi?

«Sì è vero, avevo già interpretato una donna in divisa anche se nessuna delle due è solita indossarla. Emma La Torre però è molto diversa, è una donna che lotta contro la mafia e che mette da parte la sua vita privata per dedicarsi al suo lavoro. Per questo motivo nella serie non veniamo molto a conoscenza del suo vissuto».

Avete qualcosa in comune?

«Molto poco. Non ho il suo stesso piglio. Lei è una donna molto solo mentre io ho una famiglia meravigliosa e per questo anche ingombrante nel senso che mi faccio travolgere molto volentieri dai loro impegni. Non riuscirei mai a trascurarli per tuffarmi nel lavoro 24 ore su 24 come fa lei».

E quali sono le insidie del suo lavoro?

«È un lavoro talmente bello che anche quando pensi di perderti in un labirinto poi trovi sempre la via d’uscita. Dopo Un Medico in Famiglia la popolarità mi ha un po’ scossa perché essendo una persona molto riservata ho trovato difficile gestirla. Da ragazzina che sognava di fare l’insegnante di educazione fisica a diventare la fidanzatina d’Italia il passo è stato breve e anche scioccante.

«È stato come se mi fossi trovata in mezzo ai fuochi d’artificio senza riuscire a godermeli. Sono riuscita a cavarmela solo grazie all’amore delle persone».

Molti attori temono di essere identificati dal pubblico in un solo personaggio. A lei è successo lo stesso con Alice?

«No, io me la sono goduta quando era il tempo di farlo anche se ancora oggi quando incontro donne che mi dicono di essere cresciute con Il Medico in Famiglia mi sembra che si aggiunga una ruga al viso! Poi mi rendo conto che si tratta solo di un sorriso».

La famiglia è stata da sempre la sua priorità?

«Ho cominciato a lavorare molto presto, avevo 17 anni e in quella fase adolescenziale il lavoro ha preso il sopravvento. La mia vita privata all’epoca era pressoché inesistente e me la cavavo bene da sola. Ma le radici sono da sempre state un richiamo perché ho uno splendido rapporto con la mia famiglia e non riesco a stare lontana da loro troppo a lungo. In quel periodo si trattava di mia nonna, di mia sorella, oggi si tratta dei miei figli».

A proposito, è da poco diventata mamma per la seconda volta. Come se la cava?

«Sto mettendo da parte il lavoro. Durante la gravidanza è giusto prendersi del tempo per avere cura di se stessi e del bimbo che si porta in grembo. Quando nasce non c’è cosa più bella di allattarlo e stargli vicino. Posso permettermi il lusso di prendermi un po’ di paura dal lavoro e sono ben felice di farlo».

Cosa è cambiato rispetto alla nascita di Gabriele, il suo primogenito?

«Non è la gravidanza ad avermi cambiata ma il tempo. Essere mamma a 42 anni è molto diverso che esserlo a trenta. Non che io sia vecchia e stanca anzi oggi ho una pacatezza che mi aiuta ad affrontare meglio la maternità. Non vuol dire che sia un’esperienza meno impegnativa ma la vivo con grande gioia».

Dalla sua voce si percepisce una grande serenità. È un momento felice?

«Sicuramente. L’ultima serie che ho fatto, È arrivata la felicità, è stata molto amata dal pubblico, è stata una bellissima esperienza e non vedo l’ora che arrivi febbraio per tornare sul set della seconda stagione. Questo mi rassicura e mi motiva. In più ho due bimbi bellissimi e un compagno che amo. Non si dimentichi che sto facendo quest’intervista mentre allatto mio figlio e sono riuscita ad essere talmente tranquilla da farlo addormentare! Cosa potrei volere di più?».

Pubblicata originariamente su Vanity Fair Italia

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