Il Festival di Cannes ha svelato oggi le sue carte e come sempre sono (quasi) tutti assi. L’unico rammarico è che a mancare nella competizione cinematografica più prestigiosa al mondo sia proprio il nostro cinema. Niente da fare per Paolo Virzì (La pazza gioia) né per Marco Belloccio (Fai bei sogni) o il nuovo film di Kim Rossi Stuart. Neanche a parlarne per Le confessioni di Roberto Andò, visto qualche giorno fa e certamente non all’altezza del compito.
Il Belpaese sarà rappresentato da Pericle il nero di Stefano Mordini con Riccardo Scamarcio nella sezione Un Certain Regard e forse nella Quinzaine des Réalisateurs, il cui programma sarà rivelato nei giorni a seguire. “L’Italia è cara al nostro cuore”, prova a farsi perdonare Thierry Frémaux, delegato generale del festival.
Dopo aver confermato il film d’apertura, Cafè Society di Woody Allen, “che sta al cinema americano come Molière sta alla commedia francese”, il presidente del Festival più importante del mondo ha annunciato la première di molti titoli già chiacchierati da giorni. Ci riferiamo a Il GGG di Steven Spielberg, tratto dal classico della letteratura per ragazzi di Roald Dahl, Money Monster di Jodie Foster con George Clooney e Julia Roberts e The Nice Guys con Russell Crowe e Ryan Gosling.
“Ci consideriamo il Festival di Cinema più importante del mondo e, in quanto tale, è nostro dovere assumerci dei rischi”, ha esordito Frémaux prima di dare il via alle danze. In realtà Cannes sembra giocare sul sicuro. Sui fratelli Dardenne, per esempio, habitué della Croisette e del Palmarès, o sul giovane e talentuoso Xavier Dolan che dopo il premio vinto in ex aequo due anni fa con Jean-Luc Godard con il bellissimo Mommy e l’esperienza da giurato proverà a impressionare nuovamente il pubblico con It’s Only the End of the World interpretato da un cast di prestigio (Marion Cotillard, Vincent Cassel, Lea Seydoux).
Tra le scelte, come da previsione, anche il re del cinema indipendente americano Jim Jarmusch con Adam Driver in Paterson, Ken Loach (rieccolo, a meno di un anno dall’annuncio del ritiro) e Jeff Nichols (a breve distanza dalla partecipazione alla Berlinale con Midnight Special) con Loving, opera in costume con i suoi fedelissimi Michael Shannon e Joel Edgerton.
A portare alta la bandiera hollywoodiana ci penseranno Sean Penn e Charlize Theron, rispettivamente regista e attrice di The Last Face. L’ex coppia si riunisce sul red carpet ad un anno da quello che per molti fu fatale al loro fidanzamento. Questa volta con un terzo incomodo di nome Javier Bardem, anche lui nel cast.
Olivier Assayas spera invece di replicare il successo di Sils Maria riaffidandosi a Kristen Stewart per Personal Shopper. L’ex star di Twilight sarà una delle stelle di questa edizione del festival, che aprirà da protagonista nel film di Woody Allen. Doppia presenza anche per Marion Cotillard, attrice per Dolan e per l’unica regista donna in concorso, Nicole Garcia.
Nonostante il suo coinvolgimento nell’inchiesta Panama Papers sarà regolarmente in Riviera anche Pedro Almodovar con la sua Julieta, sperando che il maestro del cinema spagnolo possa tornare a sorprendere dopo le delusioni delle ultime uscite (Gli amanti passeggeri, La pelle che abito).
Gli unici veri “rischi” in competizione sembrano l’opera prima del tedesco Maren Ade che segna il ritorno del cinema tedesco a qualche anno di distanza dall’ultima volta e American Honey di Andrea Arnold con protagonista Shia LaBeouf, come sempre imprevedibile ma amatissimo dai più giovani.
I cinefili festeggeranno sicuramente la presenza del regista rumeno Cristian Mungiu che nel 2007 vinse la Palma d’Oro con 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, del maestro del thriller sud-coreano Park Chan-Wook (Oldboy) e soprattutto di Nicolas Winding Refn che tenta il riscatto dal deludente Solo Dio perdona con il suo nuovo horror The Neon Demon.
I francesi saranno ben felici di riaccogliere Bruno Dumont che porta con sé Fabrice Luchini, Juliette Binoche e Valeria Bruni Tedeschi e soprattutto il leggendario Jean-Pierre Léaud (l’Antoine Doinel di Français Truffaut poi diventato sex symbol del cinema d’oltralpe), protagonista di una proiezione speciale. Salutiamo con piacere anche il ritorno del regista de Lo sconosciuto del lago, Alain Guiraudie. Non può mancare come ogni anno sua altezza Isabelle Huppert, star di Her di Paul Verhoeven.
Silence di Martin Scorsese, come si vociferava nei giorni passati, non era ancora pronto. Nessun commento sull’attesissimo Neruda di Pablo Larrain con Gael Garcia Bernal ma di certo (al momento) in Francia e nel resto del mondo non tira aria di delusione. I cinefili già subodorano il gusto del grande cinema.
La prossima settimana conosceremo il nome dei giurati che, come sappiamo, saranno capitanati dal regista australiano George Miller, reduce dal successo internazionale di Mad Max: Fury Road. Un’ultima novità? Il festival ha deciso di non scegliere nessun film di chiusura ma di calare il sipario con il trionfatore, sempre per rimanere in tema di eccellenze!
Originariamente pubblicato su GQ Italia