Petrolio: l’antiromanzo di Pasolini per capire La Macchinazione

Dalla sua morte ad oggi le sue affermazioni, i suoi film e i suoi libri sono spesso citati a sproposito, perfino da coloro che qualora ancora in vita l’avrebbero osteggiato con tutte le proprie forze. Uno dei suoi scritti rimane tuttavia avvolto da un alone di mistero, quel romanzo si intitola Petrolio e a qualcun potrà venir voglia di leggerlo dopo la visione de La Macchinazione, l’ennesimo (discutibile) film a lui dedicato.

Ambientato tra il 1972 e il 1974 e pubblicato postumo nel 1995, Petrolio è un testo tormentato, una vera discesa negli inferi dichiaratamente illeggibile: non ha una trama lineare ma presenta un contenuto altamente metaforico e personaggi di non facile categorizzazione. Molte delle cose scritte su questo libro negli anni sono false o perlomeno inaccurate. Non ci sorprenderebbe scoprire il numero esiguo di persone che, pur avendolo acquistato o finto di averlo letto, non siano riuscite ad avventurarsi in un’impresa tanto onerosa.

Sempre in anticipo sui tempi Pasolini denuncia la scomparsa degli ideali politici, il dilagante conformismo e la nascita di un società completamente votata al consumismo e all’individualismo. Per esprimere la sua disillusione, politica e letteraria, lo scrittore bolognese si affida al personaggio di Carlo, un ingegnere petrolchimico che nel romanzo subirà una scissione. Da un lato abbiamo la mente ovvero l’imprenditore Carlo di Polis, un cattolico appartenente alla sinistra moderata e dall’altra la carne alias Carlo di Tetis totalmente votato alla perversione erotica e incestuosa.

“Il rischio dell’impopolarità faceva più paura del vecchio rischio della verità”

Pasolini approfitta delle torbide trame in cui sono invischiati i sue personaggi per delineare un ritratto astratto e spietato degli anni dell’Italia del boom economico, così determinanti sul nostro presente. Un ruolo chiava assumono l’omicidio dell’allora Presidente dell’ENI Enrico Mattei, la conseguente scalata di Eugenio Sefis, ritenuto da molti il responsabile dell’attentato, gli albori della trattativa Stato-Mafia, le nuove mode, “la Chiesa cattolica, il Vaticano e la loro solita criminale ignoranza”.

In quella fase storica, dominata dall’ambiguità, non esisteva più una contrapposizione tra sfera pubblica e privata, tra laicismo e cattolicesimo e perfino tra politica e crimine. “La grande ipocrisia costituita” di cui scriveva Pasolini trova il suo baluardo negli interessi economici, e dunque nel petrolio “che tutto ha mappizzato” e protagonista ancora oggi di un’interminabile lotta di potere.

“Il loro sguardo non sfiora nemmeno per un istante chi li guarda”

Sia Carlo di Polis che Carlo di Tetis diventano simbolo di quella progressiva dissoluzione dell’identità che rendono Petrolio l’anti-romanzo di formazione per eccellenza. Mentre il terzo protagonista dell’opera è Pasolini stesso, chiaramente deluso, sofferente e impotente dinanzi ad un’epoca che definisce “fintamente moderna” e che declama “la morte della Rappresentazione e dell’orgoglio popolare”. Quell’orgoglio che tanto aveva celebrato nei suoi film, in “Ragazzi di vita” e “Una vita violenta” e che aveva instancabilmente ricercato nella sua vita.

Petrolio non è il capolavoro che tutti decantano e d’altronde anche lo stesso Pasolini non sembrava essere convinto della sua validità come apprendiamo nella lettera inviata all’amico Alberto Moravia poco dopo averne ultimato la prima stesura. Ciò che rimane del suo testo brulicante, parzialmente ispirato ai Demoni di Dostoevskij e diviso tra storia e mito, è l’eredità di un poeta, uno scrittore e un uomo che tentò disperatamente di offrirci gli strumenti per cambiare il corso della nostra storia.

Non ci riuscì, oggi come allora, frenato dalla mancanza di umanità un popolo mercificato, volgare e povero, tutt’ora assoggettato al potere e generalmente incapace di sognare.

“E’ atroce vivere e conoscere un mondo dove gli occhi non sanno più dare uno sguardo non dico di amore ma neppure di curiosità o simpatia”

Pubblicato originariamente su GQ Italia

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