Per anni ha dominato le passerelle di mezzo mondo, sfilato per le firme più prestigiose, collaborato con i migliori stilisti. Nel 2012 ha detto addio alla moda e oggi Agyness Deyn si dice una donna finalmente consapevole della propria identità. Il merito? Del cinema, la sua nuova grande passione, e della vita che le ha insegnato a volersi bene. Il divorzio dall’attore Giovanni Ribisi non l’ha scalfita ma rafforzata. A 32 anni può ritenersi orgogliosa del suo primo ruolo da protagonista sul grande schermo in Sunset Song [Canto del tramonto], il nuovo film del regista inglese Terence Davies che verrà presentato il 26 novembre al Torino Film Festival. Riflessiva, saggia, sensibile e volitiva: l’ex top model conquisterebbe l’attenzione di chiunque grazie ad una bellezza naturale e magnetica e l’oculatezza con cui sceglie le parole con cui esprimersi. “Ho incontrato moltissime attrici ma Agyness mi è arrivata dritta al cuore”, mi racconta Davies che le ha affidato la parte di Chris Guthrie. E’ lei la protagonista di Sunset Song, l’omonimo romanzo di Lewis Grassic Gibbon da cui è tratto il film nonché una delle eroine più affascinanti della letteratura scozzese.
Com’è stato interpretare Chris Guthrie?
Fantastico. Ho imparato così tanto sulla forza delle donne. Chris è molto simile alla donna che vorrei essere, è stata di grande ispirazione. Ho scoperto dei lati del mio carattere che non conoscevo, mi ha cambiata.
In che modo?
Ho trovato dentro di me una grande energia su cui fare affidamento e quella capacità di resistenza che credo sia insita nella natura della donna stessa. Dovremmo forse diventare più consapevoli di chi siamo veramente. Non è un caso che nel film la terra sia paragonata alla donna che resiste a qualsiasi intemperie. Senza di lei non c’è vita.
Quali sono le qualità che prenderesti in prestito da Chris?
Prima di tutto la sua forza e il suo coraggio. La sua fermezza e allo stesso tempo la sua calma nei momenti di sofferenza e di lutto mi hanno impressionata. E’ una giovane donna che non si perde mai d’animo, non ha paura di rischiare, vive le emozioni e non smette mai di rincorrere la felicità.
Che cosa rappresenta questo ruolo per la tua carriera da attrice?
Ho avvertito una grande responsabilità per la grandezza del personaggio che interpretavo e la fiducia che Terence Davies aveva riposto in me. Quest’opportunità è il più grande regalo che potesse farmi. La pressione in casi come questo è positiva perché ti spinge a sperimentare cose di cui normalmente avresti timore, che ti intimidiscono.
Che tipo di regista è Terence Davies? Ti ha messo in difficoltà?
Ogni giorno. Vuole che gli attori si sottopongano ad un processo di autoanalisi che consenta di poter entrare più facilmente in contatto con il personaggio ed esplorare le emozioni che dobbiamo comunicare. E’ un regista molto gentile e la sua discrezione mi ha permesso di sentirmi libera e indipendente sul set. E’ un uomo straordinario. Ha creduto in questo progetto per oltre 18 anni e per questo conosceva il romanzo alla perfezione. Tutto ciò che mi ha chiesto è riuscire a sorprenderlo da un punto di vista emozionale.
Quando i genitori di Chris muoiono lei sembra finalmente libera di amare. Hai mai vissuto un momento così liberatorio nella tua vita?
Crescendo ho capito che l’amore va di pari passo all’accettazione di sé. Le mie esperienze di vita mi hanno reso consapevole del fatto che non si può amare o essere amati da nessuno se prima non si nutre l’amore per se stessi. Solo amandoci riusciamo ad esistere. Capirlo è stato liberatorio e mi sono chiesta: “Tutto qua? Non potevo arrivarci prima?”. E’ impossibile amare qualcuno se non si conosce ancora la propria identità, se si è ancora all’oscuro di una parte di sé. Quando la scopri tutto sta nell’imparare ad amarla, anche se non è ciò che ci aspettavamo. A quel punto mi sono sentita capace di dare e ricevere amore.
Hai avuto una lunga carriera nella moda prima di approdare al cinema. Credi che il mondo del cinema ti dia più libertà di espressione come artista?
Sì, sicuramente. Questo lavoro è una costante rivelazione. Il dovere di un attore è interpretare un ruolo nel modo più credibile entrando in contatto con la realtà. Adoro abbracciare il disordine della vita di tutti i giorni per raggiungere la verità del cinema rispetto ad un mondo come la moda dove a dominare è la ricerca di perfezione. Questa per me è la bellezza.
Alcune delle tue ex-colleghe, come Cara Delevingne, hanno abbandonato la moda, criticando l’industria per i suoi rigidi parametri. Tu come la pensi al riguardo?
La moda è diversa dal cinema. Anche sulle passerelle si riproduce una storia ma con gli abiti. Trovo sempre molto difficile rispondere a questa domanda perché l’industria della moda e tutti i miei mentori nel settore come Steven Meisel, Mario Testino o Anna Wintour sono stati i primi ad insegnarmi l’espressione creativa. Come potrei mai parlare male di loro? Credo che quella di Cara sia stata una brutta esperienza simile a quella che può capitare a qualsiasi altra persona anche in un settore diverso. Io, come giovane donna, ringrazio il mondo della moda per le incredibili opportunità che mi ha offerto.
Quali sono i tuoi piani per il futuro?
Per il prossimo anno spero di andare in scena a teatro a Londra, è uno dei miei obiettivi a breve termine.
Da qualche tempo ti sei trasferita a Los Angeles. Non sogni un film a Hollywood?
Non faccio molta differenza tra grandi produzioni e film indipendenti al cinema. Sono spinta dalla voglia di cimentarmi in tutto. Sono stata molto fortunata finora a fare tutti progetti molto diversi tra loro perché solo così si ha la possibilità di crescere. Il personaggio che interpreto e gli attori e i registi con cui lavoro sono ciò che mi rende veramente entusiasta di un film.
Originariamente pubblicato su Amica.it