Bryan Cranston, la star di Breaking Bad torna alla ribalta con Trumbo

L’evoluzione di Bryan Cranston, da idolo di Breaking Bad, la migliore serie televisiva di tutti i tempi, ad eroe contrastato nel biopic Trumbo e asso pigliatutto del cinema americano senza rinunciare alla subdola ironia ereditata da Walter White

“Qualcuno mi prenderà ancora sul serio?”, si chiedeva Jon Hamm in un’intervista rilasciata a GQ America poco prima della messa in onda della puntata finale di Mad Men.

Durante la traumatica separazione dall’enigmatico Don Draper è accorso in suo aiuto Bryan Cranston che solo qualche tempo fa ha detto addio all’amatissimo Walter White di Breaking Bad.

Mentre Hamm si gusta la vittoria del primo Emmy e riflette sul futuro della propria carriera, Cranston sembra avere le idee chiare, forte dell’eredità di una serie tv da record e dei numerosi progetti di cui sarà protagonista tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo.

Oggi l’abbiamo incontrato Londra in occasione della premiere europea di Trumbo, film biografico che racconta la drammatica vicenda di Dalton Trumbo, talentuoso sceneggiatore hollywoodiano (di Spartacus e Exodus, solo per citarne alcuni) osteggiato a causa delle proprie convinzioni politiche.

In quanto comunista Trumbo fu vittima di una caccia alle streghe senza precedenti: dopo un’ingiusta condanna al carcere fu costretto a scrivere sceneggiature delle quali non poteva però assumersi il merito quand’anche vincitrici dell’Oscar, come nel caso dell’indimenticabile Vacanze Romane con Audrey Hepburn e Gregory Peck.

Per  Cranston Trumbo non è solo il ruolo più importante dalla fine della serie ma l’occasione di rivolgersi ad un pubblico ancora più vasto. Se poi dovesse garantirgli un premio, come ipotizzato da parte della stampa specializzata, tanto meglio.

I suoi fan invece sono ancora intenti a compiangere Walter White entrato nelle loro grazie dopo essersi trasformato, nel corso delle cinque imperdibili stagioni di Breaking Bad, da apatico padre di famiglia e frustrato insegnante di provincia a scalmanato ma temutissimo criminale.

In conferenza stampa qualcuno, con speranza, accenna alla possibilità di un cameo in Better Call Saul, lo spin-off di Breaking Bad. A Cranston l’idea non dispiace: “Perché no? Se i produttori me lo proponessero ovviamente non rifiuterei!”.

Ma l’ambizione di Cranston, così come del suo Walter, non sembra avere limiti e, se i suoi colleghi John Goodman e Helen Mirren – anch’essi protagonisti di Trumbo – affermano decisi che non reciterebbero mai in un film contrario alle proprie convinzioni politiche lui spiazza tutti, ancora una volta.

“Io per soldi lo farei!” – esclama beffardo Cranston – “La politica non è poi così determinante nella carriera di un attore. Rifiuterei una parte solo per motivi personali”.

Sorpresi? Mica tanto. Qualche mese fa al Comic Con di San Diego fece peggio durante il Q&A con un fan del New Mexico, emozionato per la possibilità di rivolgere una domanda al suo idolo.

“Ti sei divertito nella mia città, Albuquerque?” chiede il ragazzino super agitato. “Sì, ogni tanto andavo a trovare tua madre”, questa la piccata risposta di Cranston, accolta con qualche perplessità dai suoi stessi ammiratori.

Qui a Londra non arriva a tanto, scherza con i giornalisti, dà del vecchio a John Goodman e parla – non senza un filo di cinismo – di autodisciplina, la chiave per avere oggi successo ad Hollywood.

“Una volta si veniva discriminati per questioni di politica, di genere o di razza. Oggi mi auguro che questo non accada più. Ad autoescludersi sono gli attori poco affidabili come Mel Gibson. Hollywood non li perdona perché sono i colleghi i primi a non volerci lavorare”.

Nel futuro una doppia collaborazione con James Franco, un film per la tv in cui interpreta il presidente Lyndon B. Johnson, un ruolo da doppiatore in Kung Fu Panda 3, la commedia Get a job con Miles Teller e Anna Kendrick e perfino un ritorno al mondo dei cartelli della droga nel crime drama Infiltrator.

Segnateveli tutti perché Bryan Cranston non ha alcuna intenzione di essere ricordato solo per aver prestato il volto al feroce Walter White. In effetti i due hanno più cose in comune di quanto lui stesso possa immaginare!

Pubblicato originariamente su GQ Italia

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