La scrittrice statunitense approda al cinema con Wild, racconto del suo viaggio di oltre mille miglia lungo la pista di trekking del Pacific Crest
«Non arrendetevi mai» ripeteva Winston Churchill nel corso di un discorso che passò alla storia. Un mantra per Cheryl Strayer, autrice del best-seller Wild che ha conquistato Reese Witherspoon (Quando l’amore brucia l’anima), che ha prodotto e interpretato l’omonimo film ricevendo in cambio una nomination all’Oscar come miglior attrice protagonista.
Wild è l’affascinante resoconto del viaggio che la Strayed intraprese nel 1995 lungo il sentiero delle creste del Pacifico e che le consentì di superare il dolore per la prematura scomparsa della madre e i sensi di colpa per il naufragio del suo matrimonio. Oltre mille miglia a piedi per lottare con i propri demoni, far pace con se stessa e sconfiggere le sue paure da giovane donna. L’appuntamento è per il 2 aprile al cinema. Abbiamo incontrato la scrittrice.
1. Perché tra tante attrici ha scelto di inviare il suo romanzo proprio a Reese Witherspoon?
È un’attrice straordinaria e ho sempre avvertito che dietro al talento che ho ammirato in tutti questi anni si celasse una persona con un grande cuore. Ritenevo fondamentale che la mia storia venisse raccontata con le giuste intenzioni e con sensibilità. Così è stato.
2. C’è un singolo ricordo del suo viaggio che porterà sempre con sé?
Dopo oltre cento giorni mi sono resa conto di non aver mai pianto. Prima di partire piangevo in continuazione. Ero a pezzi, mia madre era morta e avevo appena divorziato. Durante il viaggio ho sofferto molto fisicamente ma ero in grado di apprezzare qualsiasi cosa mi capitasse, come un dono.
3. E’ stato più difficile mettersi a nudo scrivendo il libro o realizzando il film?
Scrivendo il libro mi sono presa molti rischi ma avevo il pieno controllo delle parole. Il film mi terrorizzava perché sul set c’erano tanti artisti che potevano avere una visione diversa e magari anche distorta della storia. Non mi è rimasto che fidarmi di loro nonostante in gioco ci fosse non solo il mio libro ma soprattutto la mia vita. Sono orgogliosa di averlo fatto.
Pubblicato originariamente sul settimanale Gioia